Che ci piacciano o no, i tormentoni ci entrano in testa e spesso finiamo col canticchiarli incontrollatamente per strada o sotto la doccia. D'altronde il nome è piuttosto esplicativo: si tratta il più delle volte di pezzi costruiti a tavolino che hanno come scopo quello di tormentare chi li ascolta. Quello dei tormentoni è un fenomeno che vale la pena di essere studiato in quanto riesce a colpire proprio tutti. Sì, anche lo snob conservazionista che ascolta solo musica di nicchia (che però non lo ammetterà mai). Ma com’è possibile? Le hit funzionano perché hanno delle caratteristiche specifiche che servono ad attirare e conquistare la nostra attenzione: una combinazione di ripetizione e novità, un ritmo incalzante, una voce dominante, un supporto strumentale musicalmente semplice e un arrangiamento furbo.
La riuscita di un tormentone dipende da cause ben precise, riconducibili al marketing.
#1: Il tormentone è facile da ricordare e da cantare in quanto è costituito da una melodia, pochi accordi semplici e una struttura riconoscibile di versi e ritornello. Tutto questo ci consente di memorizzare facilmente la canzone e di conseguenza provare un senso di soddisfazione accompagnato da un rilascio di dopamina, l’ormone della felicità.
#2: Ogni tormentone è studiato su un pubblico giovane poiché è il target che più di tutti si presta a cantare e ballare questa tipologia di canzone e che quindi la diffonderà. Oggi, per esempio, tutte le hit puntano a diventare dei trend su TikTok.
#3: I tormentoni più riusciti sono quelli che ampliano l’esperienza sensoriale con una coreografia semplice da riprodurre. In questo modo la canzone, ancora più memorabile, diventa anche un tormentone visivo.
Vi ricordate “Gangnam Style”? Ecco.
#4: I tormentoni hanno bisogno di ripetitività per entrare nella mente delle persone.
Non basta un buon messaggio e una base musicale orecchiabile, occorre che questo sia ascoltato un gran numero di volte. Non solo, affinché il messaggio venga metabolizzato, accettato e divulgato serve anche un altro ingrediente: la diversificazione delle fonti, cioè far arrivare il messaggio da fonti diverse (radio, TV, concerti, altre persone, social).
#5: Le hit che funzionano di più sono quelle pubblicate dai “tormentoni umani”, ovvero i cantanti che producono i tormentoni, conosciuti per questo e da cui ogni estate ci si aspetta una canzone che spacca.
Nulla vieta di sfornare un tormentone a Novembre, ma la verità è che l’estate è in assoluto il momento migliore per il lancio di una hit.
Ci sono due aspetti da considerare. Innanzitutto, i tormentoni trovano terreno fertile nelle relazioni sociali. Durante il periodo estivo, infatti, trascorriamo più tempo insieme agli altri, all’aria aperta, e quindi abbiamo molte più opportunità di ascoltare musica.
Inoltre, siamo noi ad essere diversi in estate: siamo maggiormente predisposti ad ascoltare canzoni allegre e ritmate perchè rispecchiano il nostro mood.
Che alla lunga ci stancano! Abbiamo ascoltato talmente tante volte quella canzone che la nostra memoria uditiva è ormai satura. Tendiamo poi ad annoiarci in fretta e quando il nostro cervello raggiunge il limite iniziamo a distaccarci da quel tormentone che tanto amavamo.
Il segreto è metterlo in pausa per un po’ per poi, magari, rispolverarlo più avanti. In questo modo, quando torniamo ad ascoltarlo non solo ci ricorderemo del perché ci piaceva, ma riaffioreranno anche tutti quei ricordi che abbiamo associato a quella canzone.
Per molti i tormentoni hanno vita breve, per altri invece sono indimenticabili perché hanno segnato momenti particolarmente belli della propria vita.
Spesso, per rivivere determinate emozioni, ci ritroviamo ad ascoltarli anche diversi anni dopo rispetto a quello in cui hanno avuto maggior successo.
E questo è esattamente ciò che è emerso dalla nostra playlist con i tormentoni estivi preferiti di tutto il team, che spaziano dagli anni ‘90 ad oggi. Ascoltare per credere!