Diciamocelo chiaro, i film e le serie TV tratte dai videogame non sono una novità né tanto mento qualcosa da cui ci si aspetta molto.
Ormai si perde il conto di questo genere di prodotti di intrattenimento, la maggior parte della quale purtroppo è spesso dimenticabile.
I successi si contano sulla punta delle dita e il problema non è tanto da ricercare negli interessi del pubblico per quel che riguarda ambientazioni o tematiche trattate quanto più alla poca fiducia che ancora viene data al mondo dei videogame.
La realtà è che spesso e volentieri le produzioni di questo tipo vengono affidate a pochi temerari che ci credono davvero, ma che la maggior parte delle volte non hanno alle spalle delle case di produzione di spessore (il che ovviamente implica dei budget limitati). Oppure a registi convinti che i milioni di appassionati di quel particolare videogame non se ne siano innamorati per la trama, e che quindi possa essere un’ottima idea inventarne una di sana pianta.
Il risultato è dunque un prodotto scadente, e dallo scarso appeal. Oppure, nei rari casi in cui si riesca a produrre qualcosa di coerente con il materiale di partenza, la serie potrebbe coinvolgere solo i fan accaniti, e molto probabilmente presenterà evidenti lacune che faranno comunque storcere il naso a molti.
I più appassionati ricorderanno Super Mario Bros. (1993), riconosciuto come il primo film della storia del cinema ispirato a un videogioco (per l’appunto Super Mario).
L’intento dei produttori era quello di sfruttare la licenza creativa gratuita di Nintendo per realizzare una pellicola ispirata alle avventure dell’idraulico italiano più famoso al mondo rivedendola però in chiave “matura”.
Il film all’epoca fu un fallimento totale: non furono sfruttate le ambientazioni luminose e colorate del videogame ma fu scelta una strada più “originale”.
Invece di un prodotto innovativo, i produttori si limitarono però a scimmiottare le atmosfere Cyberpunk di Blade Runner in maniera incoerente e inconcludente, con una trama e una sceneggiatura assenti in cui l’unica nota positiva furono la recitazione degli attori e gli effetti speciali.
Come spesso accade, oggi è considerato un Cult del Trash con milioni di fan in tutto il mondo.
Come dimenticarci di Resident Evil?
Prendi una trama profonda e complessa, piena di colpi di scena, personaggi indimenticabili, atmosfere horror da far venire il cardiopalmo e condiscila di Zombie.
Aggiungi alla miscela Milla Jovovich all’apice del suo successo e fanne la protagonista.
Il risultato?
Un film che poco o nulla ha a che fare con quanto detto sopra, un mix tra action e sparatutto con protagonisti poco credibili.
Un insulto verso tutti i fan del titolo originale (o per lo meno io mi sono sentito offeso!). Evidentemente si è creduto che una bella ragazza in minigonna, armata di pistole, che se ne va in giro a sparare agli Zombie a destra e a manca fosse più interessante di una struttura narrativa coerente (e forse in qualche modo hanno avuto ragione, ma io sono offesissimo!)
E hanno persino deciso di farci una serie di 6 film uno più esagerato (e lontano dal videogioco) dell’altro!
Ma questa è Hollywood!
Al giorno d’oggi il parco videoludico mondiale è diventato qualcosa di immenso ed il pubblico è sempre più esigente, soprattutto quando si tratta delle produzioni a tripla A.
Questo fenomeno di espansione del settore ha portato a un’evoluzione delle trame, a una crescita in maturità e profondità dei temi trattati ma soprattutto a una messa in scena di veri e propri film digitali, in cui spesso la sceneggiatura e la scrittura sono migliori di quelle di film pensati per il cinema.
Le case produttrici di film e serie TV si sono finalmente rese conto che sfruttare le caratteristiche principali di questi titoli (ovvero trama, scrittura e recitazione) avrebbe potuto essere una scelta vincente (ma davvero?)
Spesso e volentieri i film hanno dimostrato di non essere il supporto più adatto per prodotti del genere, soprattutto quando la storia da raccontare è particolarmente lunga e complessa e dove la caratterizzazione dei personaggi è una parte fondamentale per il successo della produzione.
Negli ultimi anni si sta finalmente dando l’importanza che il mercato dei videogame meritava già da tempo, riconoscendone la maturità e la capacità di sfornare dei prodotti che coinvolgono il pubblico non solo per la loro natura “ludica” ma anche per la loro capacità di creare delle storie appassionanti con dei personaggi che riescono ad entrare nel cuore dei giocatori.
Con la creazione del nuovo MCU (Marvel Cinematic Universe) milioni di appassionati del genere hanno svuotato i loro portafogli ai botteghini e nei negozi di gadget a tema Marvel: i Nerd sono diventati una fonte redditizia!
Lo so, non si tratta di videogame, ma il successo dei film della Marvel indubbiamente ha portato l’attenzione del cinema e dell’intrattenimento in streaming verso il mondo Nerd.
Twitch, la più grande piattaforma di live streaming al mondo, ha reso i videogame stessi una fonte di intrattenimento passivo dove milioni di persone guardano altri giocare. Chi non ha tempo da dedicare ai videogame può sempre ritagliarsi un po di tempo da dedicare a chi lo fa per lui, dandogli modo di apprezzarne le storie. Storie che, indovinate indovinate, se fossero interpretate da degli attori reali potrebbero diventare delle serie TV di successo!
The Witcher (Declan De Barra)
Sicuramente un titolo che ha fatto discutere molto. Il suo adattamento è stato considerato generalmente un successo, ovviamente ha i suoi alti e bassi e qualche incongruenza rispetto al materiale originale (Declan, perchè i Monoliti?), ma le recensioni sono state quasi tutte più che positive e Netflix ha rinnovato la serie per almeno 4 stagioni.
La serie è in realtà un’adattamento dei libri di Andrzej Sapkowski che trattano le avventure dello strigo canuto Geralt di Rivia:
La ragione per la quale questa serie TV si trova in questo articolo è che in realtà The Witcher deve il suo successo a CD Project RED, la casa di sviluppo polacca che ha realizzato la trilogia di videogame dedicata a Geralt e che nel 2015 con il terzo capitolo della saga (The Witcher 3: Wild Hunt) ha vinto il premio Game Of The Year, portando milioni di giocatori ad appassionarsi alle sue peripezie.
L’adattamento streaming deve infatti al videogame gran parte della sua fotografia, presa a piene mani dai titoli di CD Project RED che hanno contribuito a tutti gli effetti a creare l’immaginario del mondo e dei personaggi in cui sono ambientate le vicende.
Un caso, questo, di come i videogame possano essere il trampolino di lancio per il successo di un prodotto come un romanzo o una serie TV.
Arcane (Riot Games)
League of Legends, uno dei videogame più famosi al mondo con oltre 180 milioni di utenti attivi secondo le statistiche di settembre 2022, diventa ispirazione per una delle serie animate più belle degli ultimi anni.
Nel videogame, la storia dei singoli campioni è in realtà marginale ai fini del gioco, ma indubbiamente aiuta a dare profondità al mondo di gioco rendendolo complesso e sfaccettato.
Riot Games (la casa produttrice americana) ha creato un universo vibrante intorno ai Campioni giocabili, stagionalmente propone eventi che, attingendo dalla Lore di Runeterra (il mondo dov’è ambientato League of Legends) e dei suoi abitanti, ampliano continuamente la storia dietro ai personaggi. Così facendo, ha mosso i primi passi verso la creazione di un universo cinematografico personale, con le storie dei personaggi che verranno trattate in maniera rigorosa e rispettosa delle trame già descritte dal videogame (dopotutto, l’universo sarà il loro).
Con i suoi 9 episodi, Arcane, racconta una la storia di una dei più amati tra i 164 campioni giocabili, Jinx, una ragazza con una passione sfrenata per il caos e le bocche da fuoco, con un passato complicato vissuto a Zaun, una zona dei bassifondi di Piltover, dove la luce che arriva viene filtrata dai vapori che fuoriescono da grovigli di condotti corrosi e riflessa dalle vetrate decorate dell’architettura industriale.
Una serie TV adatta anche ai non avvezzi ai videogame, che riesce ad appassionare per la caratterizzazione dei personaggi e le loro storie personali.
La tecnica di animazione utilizzata richiama lo stile grafico del gioco e fa un uso magistrale di animazioni 2D, sfondi dipinti a mano e modelli 3D dei personaggi che creano un’amalgama perfetta con un risultato davvero stupefacente.
Inutile dire che è un must watch per tutti gli appassionati di serie TV animate e non solo.
The Last of Us (Craig Mazin e Neil Druckmann)
Cosa dire di questa serie TV? Probabilmente che è il primo esempio di adattamento cinematografico perfetto tratto da un videogame!
Serie TV targata HBO, con protagonisti Pedro Pascal (Il Trono di Spade, Narcos, The Mandalorian) e Bella Ramsey (Il Trono di Spade, Catherine), in 9 episodi ripercorre le vicende di Joel ed Ellie, due sopravvissuti in un mondo distrutto ed afflitto da un’epidemia mortale di spore di un fungo chiamato Cordyceps che ha fatto il salto di specie, infettando gli esseri umani e rendendoli simili a Zombie.
La trama ed i personaggi aderiscono perfettamente a quanto realizzato nel videogame del 2013 realizzato dalla Naughty Dog ed il risultato è una serie TV profondamente toccante che tratta temi come l’amore, la violenza, la genitorialità e la natura dell’essere umano e lo fa con una naturalezza spiazzante che riesce a far breccia nel cuore.
The Last of Us è un videogame che quando uscì appassionò milioni di giocatori proprio grazie alla sua trama coinvolgente ed alla profonda caratterizzazione dei personaggi e Craig Mazin e Neil Druckmann (creatori della serie TV) sono riusciti in maniera perfetta a rendere omaggio a quanto realizzando, pur aggiungendo qualche piccola modifica ma senza mai snaturarne il contenuto.
Personalmente la ritengo una serie TV imperdibile, considerata horror ma che di horror ha solo le atmosfere che servono a trasmettere il senso di incertezza ed insicurezza in cui è stato catapultato il mondo dopo l’epidemia.
Finalmente, piano piano, ci si sta rendendo conto sempre più delle potenzialità dei vidoegame, la macchina da soldi che sono diventati e la forgia di grandi storie e personaggi che in realtà sono sempre stati.
Se un prodotto è amato da così tante persone forse non è il caso di sfruttarne la popolarità senza portare ad esso il rispetto che merita.
Mi sembra evidente che la scrittura e la sceneggiatura che c’è dietro questi prodotti sia ormai a un livello tale da poter esser considerata cinema.
Dare spazio a questo fenomeno potrebbe dare alla luce nuovi prodotti di qualità. Insomma, i videogame, ormai da tanto, non sono più “roba da bambini”: il mondo è cambiato, le persone sono cambiate, non rimaniamo ancorati agli standard del passato solo perché ci sembra che un prodotto sia infantile. Prima di giudicare diamogli un’occhiata: potrebbe sorprenderci!