PROBLEM
Per un tool così tecnologico il rischio di risultare solo un freddo strumento robotico agli occhi dell’utente era elevato: il naming e la brand image avevano dunque il compito di evitare ogni possibile percezione di “barriera” tra l’uomo e la macchina, umanizzando il più possibile la piattaforma.

SOLUTION
Partendo dall’unione dell’acronimo di intelligenza artificiale (Ai) + LYN, in rimando allo scienziato svedese Linneo, padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, si è arrivati ad Ailyn, un nome proprio di genere femminile e memorabile.
Anche il logo design prende le mosse da due elementi fondanti, base del funzionamento delle intelligenze artificiali: il singolo dato da una parte, e il flusso in cui questo è inserito dall’altra. La capacità di estrapolare informazioni da sistemi complessi è una delle abilità di Ailyn, ed è per questo che il logo è composto da una linea chiara che “collegando i puntini” si dipana attraverso il mare di dati. Le sue curve seguono le proporzioni auree, a rappresentare una ricerca anche metaforica di nuovi significati, senza mai perdere di vista il contatto tra il tutto e le singole parti.
La scelta del colore viola fa riferimento all’idea di saggezza/conoscenza e immaginazione/creatività, rafforzando l’intento di scaldare la fredda immagine del tool tecnologico.

OUTPUT
Ailyn è quindi il frutto della perfetta collaborazione uomo-macchina, l’avvento del vero man-chine learning: un insostituibile assistente virtuale che si rivolge in prima persona singolare a Social Media Manager, Digital Marketer e Content Creator, supportandoli nella costruzione di strategie complesse.
Il lancio della piattaforma, avvenuto nel novembre 2020, è stato ripreso da molti media nazionali a tema innovazione e tecnologia, ma anche generalisti come Leggo, La Stampa, Wired, Rai Radio 1, Huffington Post, Ansa.

